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29/04/2022 - Fonti energetiche nel quadro geopolitico internazionale. Confartigianato propone un webinar mercoledì 4 maggio (ore 17.00)

Negli ultimi mesi è emerso con evidenza il problema dell’approvvigionamento del gas e dell’energia con i relativi costi a incidere in maniera importante sulle voci di spesa delle imprese e delle famiglie. Da mesi Confartigianato Imprese Vicenza denuncia come questi incredibili e imprevedibili aumenti delle tariffe stiano mettendo a dura prova la tenuta del sistema imprenditoriale, in particolar modo artigiani e piccoli imprenditori. E, ad una situazione già difficile, da febbraio si è aggiunto il conflitto in Ucraina che ha messo in evidenza le debolezze di approvvigionamento energetico del nostro Paese. In queste ultime settimane si parla con insistenza di blocco delle forniture di gas dalla Russia, per le quali si è aperto un importante dibattito nell’ambito della Comunità Europea, nello stesso tempo il Governo si sta muovendo per trovare accordi con altri paesi per riequilibrare la dipendenza dal gas russo.
“In un mondo sempre più interconnesso non è possibile credere che le vicende di un paese non si riflettano anche nel nostro. La pandemia e ora questo conflitto nel cuore d’Europa ce lo ribadiscono – commenta Cavion-. Diventa quindi sempre più fondamentale comprendere come si stia modificando lo scenario internazionale relativamente all’approvvigionamento di fonti energetiche e materie prime.  Altrettanto importante è capire come il nostro Paese possa, se non debba, pensare anche a politiche energetiche da fonti diversificate e dalla provenienza non esclusiva. Le aziende e le famiglie non possono più essere ‘ostaggio’ di politiche poco accorte,  attendiste o che guardano solo al breve termine”.
Con questi presupposti Confartigianato promuove un webinar, mercoledì 4 maggio alle ore 17.00, cui interverranno, oltre al presidente Cavion per i saluti di apertura, Gianluca Pastori (docente di Storia delle relazioni politiche nella Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e docente ISPI - Istituto per gli Studi di Politica Internazionale) e  Loris Rui (Coordinatore CAEM e Responsabile Area Energia Confartigianato Vicenza). Un momento di riflessione sugli attuali scenari e su quelli futuri per cercare di capire come cambieranno gli equilibri in Europa a seguito del conflitto Russia-Ucraina e quali le ricadute nell’economia italiana e nel tessuto imprenditoriale in particolare.
La partecipazione al webinar è possibile solo previa registrazione al link (eventbrite) presente nel sito di Confartigianato Vicenza (www.confartigianatovicenza.it).

18/03/2022 - Cavion sul caro bollette: “L’intervento del Governo sugli oneri di sistema incidono del 10% su bollette aumentate anche del 200%. Apprezziamo lo sforzo ma non è sufficiente”.

Gli interventi Governativi sul caro bollette non fa diminuire la preoccupazione delle piccole imprese per gli aumenti dei costi di gas e energia elettrica, una situazione che da settembre è letteralmente fuori controllo.

“Gli interventi non hanno che inciso marginalmente sulla bolletta, perché gli oneri di sistema, annullati nel primo trimestre e ora anche nel secondo, tendenzialmente corrispondono a una media del 10% dell’intero costo. La preoccupazione per i costi energetici rimane quindi alta: è evidente a tutti che ormai si sono toccato livelli insopportabili per il mondo delle piccole imprese - spiega Gianluca Cavion presidente di Confartigianato Vicenza-. L’intervento del Governo appare più come un gesto ‘simbolico’ che un reale intervento per contrastare il caro energia”.

Lo dimostrano anche alcune simulazioni fatte del CAEM, consorzio Confartigianato di riferimento per le forniture di gas ed energia elettrica, per capire l’effettivo peso dell’intervento governativo sulle imprese.

Così per un’azienda produttrice di salumi che consuma annualmente 332.604 kWh con un prezzo di borsa elettrica di 260 €/MWh, il costo annuale della bolletta passa da 45.101€ a 100.425 € nel calcolo si è tenuto conto dell’annullamento degli oneri di sistema incidenti per il 9,20%, questo significa che l’aumento del 2022 sul 2021 sarà del 122,7%. Se si passa invece a un panificio con 149.731 kWh annui i costi in bolletta del 2022 sul 2021 passano da 20.985 € a 46.602 € tenendo in considerazione l’annullamento degli oneri di sistema che incidono per il solo 9,40%. Un’azienda meccanica con 1,2 milioni di kWh annui, con l’intervento del Governo che abbatte i costi dell’8,4%, passa da un costo di 188.828 € ad un costo di 399.479 € con un aumento in bolletta del 118,5%.

“Si potrebbe andare avanti - continua Cavion - ma la sostanza non cambia. L’aiuto decretato dal governo, con gli attuali valori in gioco, è assolutamente ininfluente e quindi inefficace rispetto agli aumenti e alle aspettative delle nostre aziende. Insistiamo perciò nel dire che si deve trovare una soluzione per limitare il peso degli aumenti dei costi della materia prima.”
Accanto all’annuncio del Governo dell’abbattimento degli oneri di sistema anche per il secondo trimestre dell’anno, indipendentemente dalla potenza disponibile (sopra e sotto i 16,5 kW), sembra sia stata deliberata anche la riduzione degli oneri di sistema per il gas. Viene poi rafforzato il bonus sociale per le forniture di gas e di energia domestiche ed esteso fino a giugno il credito d’imposta per gli energivori (pare alle stesse condizioni di quelle del primo trimestre 2022). Peraltro sembra che un’analoga misura venga introdotta per i gasifori.

“E’ chiaro che qualsiasi intervento a sostegno delle imprese è apprezzato – aggiunge Cavion- ma non possiamo nascondere il fatto che siamo di fronte ad aiuti importanti in termini assoluti ma che alle singole aziende appaiono più come un pannicello caldo. A fronte di aumenti del 200% delle bollette un 10% di riduzione sembra veramente poca cosa. Altro aspetto è la continua differenziazione di benefici fra chi è energivoro o gasiforo e chi non lo è. Come sistema Paese dovremmo difendere e aiutare tutti allo stesso modo: non esistono, e non possono esistere, figli di serie A e serie B. Non siamo contrari al fatto che per le grandi aziende ci sia la possibilità, in determinate condizioni, di accedere al credito d’imposta, ma tale opportunità dovrebbe essere data anche alle aziende di piccole dimensioni. Il costo dell’energia e del gas in termini percentuali rispetto al fatturato aziendale può essere molto pesante anche per una impresa artigiana o comunque di piccole dimensioni”.
Confartigianato Vicenza quindi non festeggia per quanto deliberato dal Governo per il secondo trimestre: “A questo punto ci si deve augurare solo un calo del prezzo della materia energia e gas importante, ipotesi inevitabilmente legata alla situazione geopolitica internazionale che vive un periodo di grandi preoccupazioni”.

Per abbattere i costi energetici ci sono però altre strade, anche se non così immediate. “Parliamo della sostenibilità che vedrà senza ombra di dubbio coinvolte le piccole imprese - evidenzia Cavion-. Condividiamo la necessità di puntare verso forme di energia pulita e di spingere sull’acceleratore della sostenibilità, ma per farlo dobbiamo prima di tutto aiutare le imprese a rimanere sul mercato. Affrontiamo le cose con le giuste tempistiche”.   

28/02/2022 - DL ENERGIA – Bene azzeramento oneri di sistema. Ma penalizzate Pmi senza credito d’imposta

Confartigianato apprezza le misure del Dl Energia approvato dal Consiglio dei Ministri che annullano gli oneri di sistema in bolletta anche per il secondo trimestre dell’anno e riducono l’IVA sul gas al 5%. Tuttavia – fa rilevare la Confederazione – rimangono penalizzate le PMI nelle filiere del Made in Italy che, pur non avendo consumi rilevanti, non possono accedere al credito d’imposta per energia e gas, come invece è previsto per le imprese industriali. Si tratta di una criticità da affrontare con urgenza, perché la crisi delle filiere non risparmia le imprese a minori consumi che vedono le loro bollette più che raddoppiate. Confartigianato indica in particolare le gravi difficoltà delle aziende delle filiere tessili che hanno definito i listini e chiuso i contratti prima che scoppiasse il caro-energia e ora non possono nemmeno interrompere la produzione, perché obbligate a consegnare ai clienti al prezzo concordato, pena l’applicazione dì penali per mancata fornitura e mancata vendita.

25/02/2022 - BOLLETTE: I VENTI DI GUERRA SOFFIANO SUGLI AUMENTI DEL 200% GIÀ REGISTRATI NELLE BOLLETTE

L’annullamento degli oneri di sistema sulle bollette dell’energia varati dal Governo per il primo semestre dell’anno rappresenta, in termini assoluti, un aiuto significativo ma per le singole aziende appare poco più di una mancetta. A fronte di aumenti registrati del 200% una riduzione del 10% è poca cosa, un gesto simbolico più che un reale aiuto.

Il Consorzio Caem, consorzio di acquisto di energia e gas di Confartigianato, rileva che un panificio con 149mila kWh annui vede la bolletta passare da 21mila euro del 2021 a 46.600 del 2022, anche escludendo il 9.4% degli oneri di sistema. Un’azienda meccanica con 1.2milioni di KWh l’anno passa da 188 mila euro di bolletta a circa 400mila (+118, 5%), con 8.4% di abbattimento degli oneri di sistema. 

Anche sul versante forniture del gas la situazione è speculare. Da troppo tempo il sistema Italia attende una svolta, purtroppo continuano ad essere varati provvedimenti tampone che marginalmente fanno fronte all’emergenza. Una situazione che sta rischiando di diventare esplosiva anche a seguito della crisi politica internazionale.

A questo punto non possiamo perdere l’occasione di avviare un’autentica riforma del sistema elettrico e di approvvigionamento del gas. Muovendo dalla considerazione che il nostro Paese non dispone di gas ci chiediamo quanto tempo passerà prima di accorgerci che abbiamo la necessità immediata di stipulare contratti pluriennali di fornitura che garantiscano prezzi più stabili e più bassi rispetto a contratti di breve termine? 

Il sistema di approvvigionamento del gas potrebbe essere più flessibile e puntare su uno sfruttamento maggiore di canali non ottimizzati?

Con una produzione di energia sbilanciata sull’importazione di materia prima dall’estero, quando si incomincerà a ragionare di differenti sistemi di approvvigionamento e innovativi sistemi di produzione, magari semplificando le procedure autorizzative? 

Tra il 2010 e il 2011 nel nostro Paese sono stati installati nove GW di fotovoltaico che garantiscono una produzione di energia superiore a quella prodotta da 10 centrali nucleari. Perché non si è intervenuti per correggere le storture dei sistemi incentivanti allora in uso e si è preferito abbandonare lo sviluppo di questa fonte alternativa?

Perché i bonus edilizi non si rendono finalmente strutturali? Consentirebbero  interventi negli immobili esistenti per l’installazione di impianti di ultima generazione che andrebbero ad aumentare la produzione e allo stesso tempo conterrebbero il fabbisogno energetico degli stessi edifici riducendo la domanda di energia.

Ha senso parlare di nucleare se la tecnologia a supporto sarà forse disponibile tra 30 anni? Nel mentre continuiamo a pagare in bolletta lo smaltimento delle scorie delle centrali che abbiamo dismesso decenni fa. 
Perché non si decide di intervenire sulle modalità attuali di fissazione dei prezzi che premiando i produttori poco efficienti determina un innalzamento generale dei prezzi?

Perché la produzione di energia rinnovabile, gravata solo in piccola parte dagli aumenti delle materie prime, non garantisce l’approvvigionamento a prezzi costanti dell’energia elettrica ma viene fagocitata nel sistema ordinario di fissazione dei prezzi? 

Scaricare i costi sui clienti finali, attraverso aumenti dei prezzi dei beni e dei servizi, non è la soluzione poiché ne va della competitività delle imprese.

Se con Covid abbiamo visto riempirsi i salotti di esperti virologi, medici di vario ordine e grado perché in tempi di pandemia energetica non si assiste ad un dibattito sul tema che getti le basi per un nuovo approccio alla risoluzione del problema e che guardi anche al mondo del trasporto fortemente penalizzato dagli aumenti dei carburanti?

Siamo consapevoli che alcune risposte richiedono tempo, altre sono già in ritardo. I mercati non attendono. Le imprese si muovono con una velocità che nulla ha a che vedere con i tempi della politica, ne va della loro sopravvivenza.

Per fronteggiare l’escalation dei prezzi le aziende possono agire sia singolarmente, affidandosi a esperti che già analizzando la bolletta riescono a individuare le opportunità di risparmio e che, attraverso una consulenza, possono fornire delle indicazioni sull’efficientamento dei consumi con interventi minimi, sia coralmente attraverso l’aggregazione tra imprese. Il consorzio Caem, consorzio di acquisto di energia e gas di Confartigianato che conta 8mila imprese e da circa 20 anni opera a loro vantaggio opzionando grandi quantità di energia e gas, ne è la dimostrazione. Queste due opzioni fanno nel breve la differenza che si traduce non solo in risparmio ma anche in stabilità. 

24/02/2022 - Caro bollette: servono azioni più incisive e investimenti sulla sostenibilità

Gli interventi Governativi sul caro bollette non fa diminuire la preoccupazione delle piccole imprese per gli aumenti dei costi di gas e energia elettrica, una situazione che da settembre è letteralmente fuori controllo.

“Gli interventi non hanno che inciso marginalmente sulla bolletta, perché gli oneri di sistema, annullati nel primo trimestre e ora anche nel secondo, tendenzialmente corrispondono a una media del 10% dell’intero costo. La preoccupazione per i costi energetici rimane quindi alta: è evidente a tutti che ormai si sono toccato livelli insopportabili per il mondo delle piccole imprese - spiega Gianluca Cavion presidente di Confartigianato Vicenza-. L’intervento del Governo appare più come un gesto ‘simbolico’ che un reale intervento per contrastare il caro energia”.

Lo dimostrano anche alcune simulazioni fatte del CAEM, consorzio Confartigianato di riferimento per le forniture di gas ed energia elettrica, per capire l’effettivo peso dell’intervento governativo sulle imprese.

Così per un’azienda produttrice di salumi che consuma annualmente 332.604 kWh con un prezzo di borsa elettrica di 260 €/MWh, il costo annuale della bolletta passa da 45.101€ a 100.425 € nel calcolo si è tenuto conto dell’annullamento degli oneri di sistema incidenti per il 9,20%, questo significa che l’aumento del 2022 sul 2021 sarà del 122,7%. Se si passa invece a un panificio con 149.731 kWh annui i costi in bolletta del 2022 sul 2021 passano da 20.985 € a 46.602 € tenendo in considerazione l’annullamento degli oneri di sistema che incidono per il solo 9,40%. Un’azienda meccanica con 1,2 milioni di kWh annui, con l’intervento del Governo che abbatte i costi dell’8,4%, passa da un costo di 188.828 € ad un costo di 399.479 € con un aumento in bolletta del 118,5%.

“Si potrebbe andare avanti - continua Cavion- ma la sostanza non cambia. L’aiuto decretato dal governo, con gli attuali valori in gioco, è assolutamente ininfluente e quindi inefficace rispetto agli aumenti e alle aspettative delle nostre aziende. Insistiamo perciò nel dire che si deve trovare una soluzione per limitare il peso degli aumenti dei costi della materia prima.”
Accanto all’annuncio del Governo dell’abbattimento degli oneri di sistema anche per il secondo trimestre dell’anno, indipendentemente dalla potenza disponibile (sopra e sotto i 16,5 kW), sembra sia stata deliberata anche la riduzione degli oneri di sistema per il gas. Viene poi rafforzato il bonus sociale per le forniture di gas e di energia domestiche ed esteso fino a giugno il credito d’imposta per gli energivori (pare alle stesse condizioni di quelle del primo trimestre 2022). Peraltro sembra che un’analoga misura venga introdotta per i gasifori.

“E’ chiaro che qualsiasi intervento a sostegno delle imprese è apprezzato – aggiunge Cavion- ma non possiamo nascondere il fatto che siamo di fronte ad aiuti importanti in termini assoluti ma che alle singole aziende appaiono più come un pannicello caldo. A fronte di aumenti del 200% delle bollette un 10% di riduzione sembra veramente poca cosa. Altro aspetto è la continua differenziazione di benefici fra chi è energivoro o gasiforo e chi non lo è. Come sistema Paese dovremmo difendere e aiutare tutti allo stesso modo: non esistono, e non possono esistere, figli di serie A e serie B. Non siamo contrari al fatto che per le grandi aziende ci sia la possibilità, in determinate condizioni, di accedere al credito d’imposta, ma tale opportunità dovrebbe essere data anche alle aziende di piccole dimensioni. Il costo dell’energia e del gas in termini percentuali rispetto al fatturato aziendale può essere molto pesante anche per una impresa artigiana o comunque di piccole dimensioni”.
Confartigianato Vicenza quindi non festeggia per quanto deliberato dal Governo per il secondo trimestre: “A questo punto ci si deve augurare solo un calo del prezzo della materia energia e gas importante, ipotesi inevitabilmente legata alla situazione geopolitica internazionale che vive un periodo di grandi preoccupazioni”

Per abbattere i costi energetici ci sono però altre strade, anche se non così immediate. “Parliamo della sostenibilità che vedrà senza ombra di dubbio coinvolte le piccole imprese - evidenzia Cavion-. Condividiamo la necessità di puntare verso forme di energia pulita e di spingere sull’acceleratore della sostenibilità, ma per farlo dobbiamo prima di tutto aiutare le imprese a rimanere sul mercato. Affrontiamo le cose con le giuste tempistiche”.